FEBBRAIO 2025

Lettera del Direttore ai genitori

Cari genitori,

oggi 31 gennaio  è la festa liturgica del nostro amato don Bosco. Nei giorni passati lo abbiamo festeggiato con tutti i ragazzi e le ragazze della nostra Scuola. Il santo papa Giovanni Paolo II, nel 1988 in occasione del centenario della sua morte, lo ha dichiarato solennemente:  Padre e Maestro dei giovani.

Proprio a partire da questi appellativi, desidero offrirvi una riflessione che riguarda la paternità e l’insegnamento.

Don Bosco è stato innanzitutto un padre, lui che un padre non lo ha mai sperimentato, visto che il suo era morto quando lui aveva due anni. E’ stato padre di una moltitudine di giovani, molti dei quali erano orfani o lontani dai propri genitori.

Nella nostra epoca molti studiosi parlano apertamente di “evaporazione del padre”. La paternità è veramente da riscoprire e ha una funzione educativa insostituibile, soprattutto nell’adolescenza.

Il padre è colui che offre una interpretazione della vita e fissa dei limiti. Il padre è colui che aiuta  i propri figli a capire che certamente non c’è nulla di sbagliato nel voler avere successo in tutto, ma che conviene cercare di essere buoni oltre che belli e ammirati. Buono vuol dire capire che la nostra vita ha una dimensione etica fondamentale e che il limite svolge una funzione protettiva oltre che rappresentare un divieto e quindi un impedimento all’incontinente espressione del sé in tutte le direzioni.

Il limite il padre lo propone non tanto e non solo con le parole ma attraverso la testimonianza, che rispetta il segreto del figlio, vive vicino a lui, mette la sua vita in parallelo a quella del figlio e così può succedere che per osmosi il figlio assuma affettivamente e simbolicamente il valore e il senso del limite. In questo modo i figli diventano buoni, cioè capaci di identificarsi con le ragioni dell’altro e di sperimentare la libertà dell’altro come il limite ovvio da non travalicare. I padri funzionano già più o meno così: non fanno ramanzine, minacce, interdizioni e pubblicità ai valori e alle regole, vivono vicino ai figli e portano la propria testimonianza di come lavorano, amano, lottano, si arrabbiano e cercano di soddisfare i desideri e i bisogni delle persone che amano.

Non è poco quello che resta del padre perché in realtà è proprio ciò che conta realmente: i figli si identificano con i padri non per quello che dicono ma per la qualità di relazione che hanno con la realtà, quella loro, il lavoro, le mamme, i fratelli, la società, gli altri, il futuro e tutto il resto. Ciò che resta del padre nella memoria degli adulti è la testimonianza che egli ha offerto sull’interpretazione della vita e sulla funzione protettiva del limite; poi ci sono i ricordi, i conflitti, i rimpianti, i rancori, le lontananze, tutta la complessità delle relazioni in cui circolano affetti di tutti i tipi, dall’amore all’odio, dalla dipendenza alla rivolta.

Credo che alla luce di don Bosco  il restauro dell’autorevolezza del nome del padre passi dalle parti della testimonianza, dell’identificazione, della verifica affettiva, dell’utilità del limite. Don Bosco si è speso con tutto se stesso per la salvezza globale del giovani, offrendo una casa, un lavoro, una dignità, una fede, un senso per cui valesse la pena vivere, ha voluto loro bene e ha insegnato loro il rispetto dell’altro e l’onestà della vita. Con la sua vita ha testimoniato che è bello essere “buoni cristiani, onesti cittadini e futuri abitatori del Cielo”.

Don Bosco non è stato solo un padre ma anche un maestro. Mi  permetto, quindi,  di dire una parola non solo per i genitori ma anche  per  gli insegnanti che svolgono per professione e anche per vocazione l’essere dei “maestri”.

Credo che il desiderio di Don Bosco sia quello che i ragazzi entrando in un’aula possano trovare un adulto che li aspetta veramente, che ha bisogno che ci siano perché deve assolutamente raccontare una cosa che sa lui, che pensa, ma soprattutto sente che è importantissimo che i ragazzi la sappiano e comincia a raccontare, a narrare tutto di quella cosa. I ragazzi rimarrebbero sbalorditi e sulle prime penserebbero che il loro docente è impazzito oppure che è strafatto di sostanze – «non ci sta più con la testa», come dicono loro -, ma poi vedendo che fa sul serio e che è la passione che lo divora starebbero ad ascoltarlo: non i soliti tre o quattro ma tutta la classe, perché l’unico ingrediente che serve veramente alla scuola è la passione. Essa è essenziale perché i ragazzi si sentano protagonisti di un processo unico, un’impresa condotta in gruppo, un vero viaggio nel sapere.

Noi adulti-educatori-insegnanti siamo chiamati a oltrepassare lo scherno irridente, il sottinteso tremendo degli adolescenti che ti guardano e sorridono, giovani carnefici della cultura e del sapere. Ma possiamo farlo solo se i nostri studenti avvertono che non c’è più nessuna complicità da parte degli adulti, che ora si fa finalmente sul serio, non tanto per arrivare al termine della mattina ma perché è rinata la passione, e non c’è nulla che valorizzi di più i giovani che constatare che il loro adulto di riferimento avverte l’insostenibile bisogno di condividere con loro una rappresentazione del mondo che ritiene indispensabile per essere felici, consapevoli e fieri di sé.

Don Bosco è stato così: un padre autentico e un maestro appassionato per questo motivo è stato ed è molto amato da giovani di tutto il mondo, di tutti i colori e di tutte le latitudini, ed è anche per noi adulti un modello inesauribile di riferimento.

Buona festa di don Bosco a tutti voi!

 

APPUNTAMENTI DEL MESE

Riprende anche quest’anno “APERTAMENTE”, il nostro ciclo di incontri culturali.

Il primo appuntamento sarà mercoledì 5 febbraio alle ore 20,45. Interverrà la dott. Donata Columbro, giornalista, divulgatrice e scrittrice. Il titolo dell’incontro: “Quando i dati discriminano. Bias e pregiudizi in grafici, statistiche e algoritmi”. Sul sito della Scuola troverete informazioni più dettagliate.

LIBRI CONSIGLIATI

Al termine del II incontro delle “Tavole Educative” ho proposto questi libri

ROSSI S., Lezioni d’amore per un figlio. Accompagnare i ragazzi nei labirinti dell’adolescenza

PELLAI A., Allenare la vita. I dieci principi per ridiventare genitori autorevoli

PIETROPOLLI CHARMET G., L’insostenibile bisogno di ammirazione

Torino, 31 gennaio 2025

                                                                                   Don Enrico

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